Tokyo, 10 febbraio 2023
Ultima giornata dedicata alle attività di confronto e advocacy sulla salute globale della società civile locale ed internazionale con il Governo giapponese, nel cammino verso il Summit G7 di Hiroshima che si terrà a maggio. Un primo incontro si è tenuto oggi con esponenti del Ministero della Salute, Lavoro e Welfare, durante il quale sono stati trattati temi riguardanti l’architettura della salute globale e l’equità nell’accesso alla salute.
L’ultimo appuntamento della settimana è stato un secondo incontro con la Hiroshima G7 Task Force sulla Salute Globale. La Task Force, un gruppo multi-stakeholder di alto livello, ha illustrato la bozza del documento contenente le proprie raccomandazioni sulla salute globale, che presenterà al G7. Gli esponenti della società civile presenti all’incontro hanno espresso le proprie considerazioni in merito, evidenziando innanzitutto come nelle raccomandazioni manchi un adeguato approccio basato sui diritti umani, da adottare e rendere operativo in tutte le politiche e strategie riguardanti la salute e nella loro implementazione.
Inoltre, nonostante l’importanza del concetto di “sicurezza umana”, questo è fin troppo presente all’interno delle raccomandazioni e tende a trasformarsi in un discorso sulla “sicurezza nazionale”. Più in generale, nel documento viene dato uno spazio eccessivo agli aspetti della salute globale che riguardano la sola sicurezza, trascurando così un’analisi della cause profonde di pandemie ed epidemie e mettendo a rischio il rispetto dei diritti umani a livello globale, soprattutto nei confronti di coloro che già si trovano in situazioni di marginalizzazione. Ancora, benché il principio di equità sia riconosciuto nel documento, lo stesso non è reso adeguatamente operativo all’interno delle raccomandazioni. A tal proposito, gli esponenti della società civile hanno sottolineato come il discorso sul raggiungimento della copertura sanitaria universale (UHC), presente anche tra le priorità della Presidenza giapponese del G7, dovrebbe comprendere al suo interno l’accesso equo alle cosiddette “contromisure” mediche per tutte e tutti in ogni Paese.
Stefania Burbo, focal point del Network e coordinatrice internazionale del gruppo di lavoro “Salute Globale” del Civil7, ha inoltre evidenziato il ruolo chiave delle comunità e della società civile: «Una partecipazione significativa ed inclusiva [di tali soggetti] deve essere indicata più chiaramente all’interno del documento. Il ruolo attivo della società civile e delle comunità è essenziale per garantire che le politiche e le azioni necessarie per rafforzare i sistemi sanitari e di protezione sociale siano condivisi e monitorati congiuntamente da governi, cittadine e cittadini». Ciò è fondamentale soprattutto dal momento che «lo spazio civico non solo si sta restringendo, ma è sotto un vero e proprio attacco» ha concluso Burbo.
[A cura di Elisa Bernelli]