Stefania Burbo, Focal point Osservatorio Aids, Durban
È stato presentato a Durban, durante la 21° conferenza internazionale sull’Aids, il rapporto Financing the Response to AIDS in Low- and Middle-Income Countries: International Assistance from Donor Governments in 2015, appena pubblicato dalla Kaiser Family Foundation insieme a Unaids. Lo studio evidenzia la diminuzione dei fondi per sostenere la lotta contro l’Hiv nei paesi a basso e medio reddito, da parte dei paesi donatori per la prima volta nel 2015 dopo cinque anni.
Sono passati da 8.6 miliardi di dollari (nel 2014) a 7.5 (l’anno scorso). È stato analizzato l’andamento dei finanziamenti canalizzati attraverso il canale bilaterale, il Fondo Globale e Unitaid. Per 13 dei 14 paesi presi in esame, il calo dei finanziamenti è in parte dovuto a una significativa rivalutazione del dollaro, che come contropartita ha provocato una svalutazione di molte altre valute. Anche tenendo conto di questo fattore, i fondi per la lotta contro l’Hiv sono comunque diminuiti nella maggior parte dei paesi oggetto dello studio.
Il calo dei finanziamenti avviene in una fase in cui si registra un dato preoccupante riguardo alle nuove infezioni. Se a livello globale sono diminuite del 40% rispetto al picco del 1997 e quelle che colpiscono i bambini sono addirittura diminuite del 70% dal 2001, il rapporto di Unaids Prevention Gap Report pubblicato questo mese mostra che il trend delle nuove infezioni fra gli adulti è in fase di stallo: da almeno cinque anni non si registra infatti una loro diminuzione.
Nel Community Dialogue Space del Villaggio Globale si è svolto anche un panel in cui alcuni rappresentanti delle communities in Nepal e in Iran hanno illustrato alcune attività che realizzano a sostegno delle persone che vivono con l’Hiv e in una condizione di discriminazione. In Nepal vi è un programma rivolto alle donne che hanno contratto il virus, vittime dello stigma: se in una coppia di persone sieropositive il marito muore per cause correlate all’Aids, la suocera non lascia nessun bene in eredità alla moglie. In Iran vengono realizzate attività di sostegno ai prigionieri, perlopiù persone che si iniettano droghe. È difficile purtroppo mantenere i contatti con queste persone una volta uscite di prigione, trattandosi nella maggioranza dei casi di senza tetto che vivono ai margini della società.