a cura di Daniela Cuomo
In quasi tutta l’Africa, nonostante i progressi ottenuti sul diritto alla salute, soprattutto nell’ambito della salute sessuale e riproduttiva, c’è ancora molto da fare. Per esempio in materia di educazione sessuale – scolastica ed extrascolastica – e sull’informazione e accesso alla contraccezione, alla diagnosi e al trattamento di infezioni sessualmente trasmissibili fino alla prevenzione degli aborti praticati in condizioni rischiose e alla riduzione della violenza sessuale e di genere. Benché il tasso di mortalità infantile e materna abbia registrato un calo considerevole, ancora oggi ogni giorno muoiono circa 830 donne per cause legate alla loro salute.
La salute sessuale e riproduttiva è un fattore chiave dello sviluppo sanitario, sociale ed economico delle persone presente in modo molto chiaro anche nella definizione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e in particolare nell’obiettivo 3 “Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età” e nel punto 3 .7 “Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionale”.
Cmsr da sempre si occupa di questi temi in Tanzania, nella Regione di Dodoma e nell’ultimo anno è stato avviato nel Distretto di Kondoa, grazie al finanziamento del Centro di Salute Globale delle Regione Toscana e alla collaborazione con la Usl Toscana Nord Ovest, un intervento dal titolo Salute sessuale e riproduttiva con istituzione di consultori e interventi integrati diretti alle donne e agli adolescenti.
Il progetto nasce dalle necessità individuate dal personale di Cmsr in collaborazione con le istituzioni locali e di comunità secondo i piani di sviluppo statali. Gli interventi proposti mirano a migliorare la qualità di vita di donne e adolescenti in 16 villaggi del distretto di Kondoa facilitando l’accesso a servizi di qualità:
- rafforzando il sistema sanitario locale con l’istituzione di consultori dedicati
- offrendo servizi ai giovani, in particolare le ragazze su temi che sono ancora molto scomodi: salute sessuale e riproduttiva, uso del condom, violenze, matrimoni e gravidanze precoci
- promuovendo lo scambio di esperienze grazie a missioni di personale sanitario toscano per la formazione e parte del monitoraggio delle attività previste
La popolazione che si vorrebbe raggiungere è costituita dalle donne in età fertile o in gravidanza dai 15 ai 49 anni e da ragazze/i dai 10 ai 24 anni, con 32 operatori sanitari di comunità e 64 peer-educator che saranno formati affinché sensibilizzino, attraverso le lezioni apprese, le donne e agli adolescenti dei villaggi selezionati per promuovere un’informazione a macchia d’olio.
L’adeguamento e rafforzamento dei dispensari locali con l’istituzione di “consultori” dedicati ai giovani e alle donne favorirà un accesso “protetto” a chi necessità di supporto e la formazione degli insegnanti su questi temi promuoverà anche a scuola una migliore informazione.
L’approccio diretto e friendly sarà replicato anche in un altro progetto, questa volta in città a Dodoma che partirà dall’uso dello sport, in particolare del football femminile, per coinvolgere ragazze a rischio e dare loro strumenti adeguati ad affrontare con consapevolezza la loro vita di giovani donne.