Intervista a Mirembe Jovia Birungi, attivista ugandese per i diritti umani, avvocata di professione, nata sieropositiva, dal 2023 anche Gfan Speaker in visita in Italia.
Puoi raccontarci la tua storia?
Sono l’ultima di tre figli, l’unica a cui è stato diagnosticato l’Hiv nel 1993, pochi mesi dopo che mio padre era morto di Aids. Tuttavia, non ho iniziato la cura con i farmaci antiretrovirali (Arv) fino al 2003. Tante persone in Africa e nel mondo hanno perso la vita a causa dell’Hiv e perché non c’erano diagnosi e trattamento adeguati per l’Hiv, da noi si diceva che chi aveva l’Aids fosse attaccato da spiriti maligni.
La mia salute è migliorata gradualmente quando ho iniziato gli Arv ma, purtroppo, la società non mi ha mai accettata. Ho affrontato lo stigma a casa, a scuola e dalla comunità. All’età di 8 anni, molti mi hanno accusata di essere promiscua, perché l’Hiv si trasmette sessualmente. All’età di 14 anni, sono rimasta incinta del mio primo figlio. Lo stigma si è triplicato. La società e la comunità mi hanno giudicata per essere sieropositiva e per mettere al mondo un bambino sieropositivo che sarebbe diventato un peso per loro.
Oggi sono viva, in salute, tutti i miei quattro figli sono sieronegativi all’Hiv ed è negativo ai test anche il compagno con cui vivo da 7 anni.
Il mio percorso di advocacy è il risultato dello stigma che ho affrontato crescendo. Ho frequentato la facoltà di legge in modo che le ragazze, le donne e le madri adolescenti sieropositive all’Hiv potessero ottenere servizi gratuiti di assistenza legale se ne avessero mai avuto bisogno. Era importante per me che un’adolescente sieropositiva incinta ricevesse il sostegno necessario per dare alla luce un bambino sieronegativo e per poter tornare a scuola, invece di essere costretta al matrimonio come avviene in Africa.
Qual è la situazione attuale in Uganda?
Di recente il governo ugandese ha approvato diverse leggi che criminalizzano le persone che vivono con l’Hiv o altre fette di popolazione come gli omosessuali e queste leggi continuano ad ostacolare i progressi compiuti per garantire a tutte le persone il pieno diritto alla salute.
Qual è lo stato del sistema sanitario?
Il Fondo Globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria (Global Fund) anche nel nostro paese ha continuato a mettere le persone e le comunità al centro del suo lavoro, mantenendo la sua promessa di salvare vite dall’Hiv, dalla tubercolosi e dalla malaria. Globalmente, nel 2023, il 78% delle persone che vivono con l’Hiv è stato posto in terapia antiretrovirale e il trattamento della tubercolosi ha raggiunto il 70% nel 2022. 17,9 milioni di persone sono state raggiunte con i servizi di prevenzione dell’HIV, compresi 8 milioni di persone appartenenti a popolazioni chiave e 8,5 milioni di giovani, nei paesi sostenuti dalGlobal Fund.
I risultati del Global Fund sono l’esito degli sforzi di un’ampia gamma di attori sia pubblici che privati. Per le persone come me, nei paesi a basso e medio reddito in Africa, il Global Fund non è solo un Fondo, è la ragione per cui siamo vivi oggi e possiamo raccontare le nostre storie. È una necessità. Se i finanziamenti al Global Fundfossero ridotti, si avrebbe un aumento stimato del 115% dei decessi e un aumento del 119% delle nuove infezioni da Hiv.
A causa del taglio dei finanziamenti da parte del governo degli Stati Uniti, l’Uganda ha perso oltre 165.310.247 dollari in finanziamenti per programmi sanitari critici tra cui l’Hiv. Molti di noi della società civile hanno perso il lavoro, i nostri clienti continuano a subire arresti arbitrari a causa delle leggi discriminatorie ma non possiamo sostenerli per mancanza di fondi.
Cosa altro sta accadendo con i tagli a questi meccanismi internazionali di sostegno alla salute globale?
L’accesso alle misure preventive è diminuito in modo significativo, con un numero ridotto di operatori sanitari che forniscono servizi di terapie antiretrovirali. La settimana dopo che il governo degli Stati Uniti ha annunciato il taglio negli aiuti esteri, ho portato il mio bambino, che ha 1 anno e 7 mesi, all’ospedale per il suo ultimo test, ma non c’erano operatori sanitari. Solo un volontario era nella struttura a distribuire gli ultimi farmaci. Siamo stati costretti a spendere molti soldi anche per altri familiari, ma molte persone non hanno queste possibilità.
Stanno venendo meno i finanziamenti per la prevenzione, vedremo un aumento delle gravidanze tra le adolescenti a causa del fatto che i diritti alla salute sessuale e riproduttiva sono compromessi. In un paese dove le relazioni tra persone dello stesso sesso sono illegali, dove la pianificazione familiare non è disponibile per le e gli adolescenti sotto i 16 anni, e dove la pianificazione familiare per le donne sposate è vietata e l’aborto è limitato certamentevedremo un aumento delle gravidanze non pianificate e della violenza di genere.
Tutto questo cosa altro significa?
Significa che tutto ciò è una questione globale e non solo africana. Chi siamo dipende da chi siamo tutte e tutti. Dobbiamo sostenere un’azione collettiva per rafforzare chi garantisce la salute globale.
Dobbiamo lottare insieme con forza contro le disuguaglianze di genere, e contro governi che non rispettano i diritti delle persone e non promuovono la diversità e l’inclusione per tutte e tutti.