La decisione che il presidente Trump ha preso nei giorni scorsi di sospendere i finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità(Oms), nel pieno della crisi sanitaria mondiale causata da Covid-19, è un grave colpo inferto all’agenzia, che fonda il suo operare sui principi del rispetto dei diritti umani, sull’universalità e sull’equità, affinché si raggiunga il più alto livello di qualità della salute, in un mondo sano, senza lasciare indietro nessuna e nessuno. Gli Stati Uniti forniscono una quota significativa del budget dell’Oms. La sospensione dei fondi statunitensi determinerà l’aggravarsi dell’attuale crisi sanitaria e colpirà soprattutto le persone più vulnerabili.
La pandemia, infatti, continua a diffondersi anche nei paesi più poveri e mal equipaggiati per combatterla, dove il ruolo dell’Oms diventerà ancora più vitale, proprio perché sostiene i fragili sistemi sanitari che già lottano per fornire interventi sanitari di base alle popolazioni vulnerabili, alle donne e le ragazze.
Quella del presidente Trump è una decisione che ci preoccupa perché, come attori della cooperazione sanitaria, siamo consci che questo allontanerà ancora di più l’obiettivo della copertura sanitaria universale, stabilito dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Detto con le parole di Richard Horton, redattore capo della prestigiosa rivista scientifica The Lancet, far venir meno la solidarietà internazionale rappresenta “un crimine contro l’umanità“.