Pubblichiamo uno stralcio del capitolo dedicato al rapporto fra salute globale e cambiamenti climatici, a cura di Aidos, Action Global Health, Ccm, Network italiano Salute Globale e Sid, a seguire il link al rapporto completo 2020 di Gcap Italia “La coerenza delle politiche per affrontare il cambiamento climatico”
Partiamo da una constatazione soltanto in apparenza scontata. Non esiste salute su questo pianeta senza sostenibilità, concetto che ci piace tradurre politicamente nei termini della giustizia climatica e della giustizia sociale. Le condizioni preliminari per una vita sana. Ecologia ed economia hanno come radice comune la parola oikos, “casa” in greco antico. L’ecologia è la scienza della casa. L’economia è la capacità di gestirla, nel rispetto dell’equilibrio sistemico e creativo che vige in natura. Se l’economia opera in conflitto con l’ecologia, l’esito è la cattiva amministrazione della terra, cioè della nostra casa. Le molteplici crisi che affliggono la contemporaneità – crisi climatica, crisi alimentare, problemi sanitari – sono sintomi interconnessi di questa mala gestione, che si avventa contro la possibilità stessa di vita sana e di salute per tutti e per tutte.
Cos’è, la vita sana? Da un lato, l’obiettivo dello sviluppo sostenibile sulla salute tutti gli altri obiettivi dell’Agenda 2030. Dall’altro, l’ostinato mantenimento del modello estrattivo, energivoro e deregolato della globalizzazione neoliberale, come la conosciamo da tre decenni almeno, sta al cuore delle strutture politiche ed economiche, dei processi e delle relazioni di potere che determinano la distruzione dei processi ecologici del pianeta e modelli sociali patogeni di esclusione-disabilità-malattia, in uno scenario di disuguaglianza strutturale che cresce su scala globale. La produzione di salute e di malattia non è una metafora, ma la descrizione letterale di come le condizioni in cui la gente vive, lavora, interagisce con l’ambiente, possano condurre a vite sane oppure a esistenze di vulnerabilità e morte.